C’è una cosa che su internet non si può dire: che ti piace Jovanotti. È un po’ come ammettere di guardare C’è posta per te con trasporto emotivo o di ridere ancora alle barzellette su Totti. Non si fa. Non è cool.
Jovanotti, all’anagrafe Lorenzo Cherubini, è il bersaglio perfetto per una generazione cresciuta nel cinismo digitale. Troppo entusiasta, troppo motivazionale, troppo peace and love in un mondo che ha fatto del sarcasmo la sua lingua madre. È il classico zio alternativo che si presenta al pranzo di famiglia con la maglietta scolorita di Woodstock, ti dà una bella pacca sulle spalle e ti dice che devi seguire i tuoi sogni, mentre tu hai appena ricevuto l’ennesima email di rifiuto dopo un colloquio di lavoro.
Internet non perdona. E così, tra un meme che lo ritrae come santone new age e un thread indignato sul Jova Beach Party che devasta le spiagge (poi magari ci torniamo), Lorenzo è diventato antipatico. O almeno, così si dice.
Eppure martedì sono stata a un suo concerto. E mi sono divertita. Tantissimo.
“Odio Jovanotti”
Se chiedi a Google perché Jova sta antipatico a così tante persone, non troverai una sola risposta. Finirai piuttosto in un buco nero di irritazioni collettive, un mosaico di fastidi. Ci sono persino forum dedicati alla questione, e anche una pagina Facebook che si intitola Odio Jovanotti.
Viviamo in un’epoca in cui tutto deve passare attraverso il filtro dell’ironia, dove persino la felicità va dosata con cautela e possibilmente espressa in forma di meme. E invece Lorenzo Cherubini è, e sarà sempre, un ragazzo fortunato. Troppo felice, troppo entusiasta, troppo convinto che la vita sia un viaggio meraviglioso. Una specie di Paolo Coelho con la chitarra, sempre pronto a spiegarti che basta crederci, che l’energia positiva ci salverà tutti. “Ma non gli girerà mai il culo?” viene da chiedersi. Me lo chiedo io, te lo chiedi tu, se lo è chiesto persino Francesca Fagnani.
Jovanotti è il classico amico che, dopo un viaggio di tre giorni in un paese esotico, torna e si sente esperto di quella cultura. Lo ascolti parlare di sciamanesimo, della potenza ancestrale dei tamburi africani, dell’armonia cosmica degli inca e ti viene il sospetto che abbia aperto Wikipedia dieci minuti e poi scritto di getto una canzone. Se esiste un concetto, una filosofia o una cultura vagamente spirituale, Jovanotti la ingloberà nel suo universo.
Fin qui, tutto sommato, sono impressioni personali. Ma c’è anche qualcosa di più concreto. Negli ultimi anni, la sua immagine si è un po’ appannata per via di alcune controversie. Il Jova Beach Party, per esempio, è stato criticato da ambientalisti ed esperti per l’impatto che avrebbe avuto sugli ecosistemi costieri. “Non mi sembra”, ha detto la mia amica che mi ha portato al concerto. “Gli organizzatori si sono più volte raccomandati di tenere un atteggiamento rispettoso, e alla fine non c’era spazzatura in giro.” La risposta di Jovanotti? Un video lunghissimo in cui spiegava che no, lui ama la natura, lui è la natura, lui è tipo il vento, il mare e la sabbia insieme. Capisci perché internet ha preso la palla al balzo.
In pratica, Jovanotti è un mix esplosivo: è ingenuo e invadente, un predicatore della felicità in un mondo che spesso fatica a crederci. E tutto questo lo rende cringe.
Però – e qui arriva il plot twist – dal vivo è tutta un’altra storia. Anche perché, a pensarci bene, dal vivo siamo tutti cringe.
“Vorrei che questa pagina tornasse bianca, per scriverti ti amo”
E allora perché andare a un suo concerto è così divertente? Semplice: perché Jovanotti è esattamente come te lo aspetti, ma senza il filtro del cinismo social. Non c’è il tasto quote tweet per ridicolizzarlo, non c’è la sezione commenti per smontarlo pezzo per pezzo. C’è solo lui, che salta e balla sul palco con un frac rosso, e tu, che dopo due canzoni hai già dimenticato perché ti stava antipatico.
Più che un live, uno spettacolo di Jovanotti è una festa. Non ci sono pause, non c’è spazio per il pensiero critico: solo un flusso continuo di energia, di pezzi che si mescolano tra loro come in un DJ set impazzito. Montecristo diventa L’ombelico del mondo, che poi si trasforma in un sirtaki con le coriste, e quando ti volti per dire “ma che sta facendo?” è troppo tardi: stai già ballando.
Si può discutere all’infinito sulle sue dichiarazioni, sul suo entusiasmo eccessivo, sulle sue boomerate. Ma quando è sul palco, Jovanotti ha un’energia magnetica. È autentico, è coinvolgente, e soprattutto si diverte tantissimo. E tu, che magari sei arrivato lì dopo aver letto le cattiverie di Falsissimo, ti ritrovi a cantare a squarciagola Mezzogiorno senza nemmeno accorgertene. Jovanotti non si limita a cantare: si nutre dell’energia del pubblico. È carino. Innamorato. Ti fa battere le mani, urlare, saltare, improvvisare cori improbabili. Ti dice che è felice di essere lì, e sembra proprio che lo pensi davvero. Sembra dirti: “Ma dai, che ti importa se sono cringe? Qui siamo tutti sulla stessa barca. Qui ci divertiamo.” Ed è difficile non credergli.
Tutte le critiche che gli muovi online – troppo ottimista, troppo naif, troppo Jova – dal vivo si trasformano in esattamente ciò che rende il concerto un’esperienza unica. E alla fine, mentre canti il ritornello di Ragazzo fortunato con la stessa convinzione con cui fino a ieri avresti scritto un tweet sarcastico, pensi: “Alla facciazza di Fabrizio Corona”.
Possiamo smettere di vergognarci di divertirci?
“Vedi, lui è così innamorato e scrive queste cose. Io intanto vengo ghostata su Tinder”, ha commentato la mia amica a un certo punto. Sono andata al concerto di Jova perché me lo ha proposto lei (anche se le ho risposto subito sì). Quando mi sono ritrovata a saltare sulle note di Sabato, ho avuto il riflesso automatico di pensare “Oddio, ma cosa sto facendo?”. Poi mi sono guardata intorno: c’era gente di ogni età che ballava senza vergogna, coppie che si baciavano, gruppi di amiche… e nessuno si stava chiedendo se tutto questo fosse cringe. Si stavano solo godendo il momento. Ed è qualcosa di prezioso.
Lo ammetto: sono andata a un concerto di Jovanotti e mi sono molto divertita. E ora che internet faccia di me ciò che vuole.
Ho iniziato ad amare Jovanotti molti anni fa, dopo una fase di insofferenza profonda per la
manifesta idiozia delle sue prime canzoni. I suoi concerti sono una botta di adrenalina e non mi sembra neanche che si esprima male in italiano o che le sue idee siano peggiori di altre che si sentono in certe interviste. Per di più si presenta come un buon padre di famiglia e un monogamo convinto, fatto abbastanza inusuale per una rockstar. Detto ciò, ognuno hai i suoi gusti e disgusti, ma non capirò mai quelli che perdono tempo ed energie ad odiare qualcuno o qualcosa. Ma perché? Passa oltre, non seguirlo, che ti rode?